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LEGISLAZIONI NAZIONALI E PROVINCIALI SULL'IMMIGRAZIONE E RADICAZIONE
di María Teresa Biagioni

Il XIX secolo portó con sé grandi cambiamenti in tutto il mondo. Per l'Argentina fu l'inizio di un'epoca prospera e differente ed il sogno di trasformarla nell' "emporio del cereale" era in procinto di diventare realtà.

Il Paese si stava organizzando a livello politico e sociale, spinto dall'ansia di liberazione da qualsiasi dominazione straniera, anche se la sua geografia si presentava ancora piuttosto spopolata. Sotto il precetto alberdiano di "governare é popolare" si iniziò a implementare un piano nazionale con il fine di incrementare l'immigrazione a partire da altri Paesi, per popolare queste terre e aumentare il capitale umano ed economico. In questo modo, la provincia di Santa Fe risultó favorita grazie alla creazione di numerevoli colonie agricole, in auge tra gli anni 1856 e 1890.

In quegli anni, Bialet Massé scriveva tra le altre cose: "Dalla parte sud a dal centro della provincia di Santa Fe, l'agricoltura ha invaso ogni colonia e la sua esuberanza é così grande che ha invaso già la vicina Córdoba attraverso centinaia di leghe…"

Il principale flusso migratorio provenne dall'Italia ed alcune delle nuove colonie furono battezzate con nomi che mantenevano vivo il ricordo della loro Patria italiana, come, per esempio, Humberto 1º, Regina Margarita, Nuevo Torino, Italiana, Lago di Como, Garibaldi, Nueva Roma, Toscana, Bella Italia, Piemonte, Vittorio Emanuele, Sorrento.

Il cambio importante era giá iniziato quando fu necessario stabilire leggi che proteggessero i nuovi abitanti.

La Costituzione Nazionale celebrata a Santa Fe nell'anno 1853, stabiliva nel suo Preambolo: "…per noi, per la nostra posterità e per tutti gli uomini del mondo che vogliano abitare il suolo argentino…", e lo ribadiva negli articoli 20 e 25 della Prima Parte; nell'articolo 16 del Quarto Capitolo della Seconda Parte e nella Sezione Terza del Potere Giudiziale, Titolo Secondo, riferito al Governo della Provincia. Nel suo art. 107 stabilisce le attribuzioni delle province per fomentare e dare autonomia legislativa alla colonizzazione delle sue terre. Articolo 107.



Di fronte all'arrivo massivo di stranieri, lo Stato si vede in obbligo di promulgare leggi specifiche come quella del 18 ottobre 1876 (Legge n. 817) che venne denominata Legge Nazionale dell'Immigrazione e Colonizzazione e la costruzione di cammini e vie ferroviarie che facilitino la comunicazione.



Nella provincia di Santa Fe, durante il governo di Domingo Crespo (1851/1854 - 1861-62), di impronta innovatrice e decisamente prudente, vennero dettate leggi di locazione del terreno pubblico e di fomento all'immigrazione e colonizzazione. Per questo, nel giugno del 1853 si firmó il primo contratto tra il governo di Santa Fe e il colonizzatore D. Aarón Castellanos, a carico del quale rimase la fondazione della prima colonia agricola della provincia, chiamata Esperanza, nel 1856, durante il governo di José María Cullen (1854/1856).

Con l'assunzione del potere di Nicasio Oroño (1865/1868) il panorama della colonizzazione era ancora poco fertile, data l'esistenza di solo 6 colonie. Oroño decise di sanzionare leggi importanti, tra le quali quella del Fomento della colonizzazione del 2 ottobre 1865.

Allo stesso modo, il governatore Mariano Cabal (1868/1871) é ricordato come un pioniere della colonizzazione, dato che orientò l'immigrazione e il radicamento degli stranieri nelle diverse colonie agricole.

Simón de Iriondo (1871/1874 e 1878/1882), primo mandatario provinciale che volle sanare le differenze nella tratta degli immigranti attraverso l'appoggio ufficiale e consolare del paese d'origine, così come dei criollos, promulgò il Decreto Legge che stabiliva la fondazione di una Colonia Agricola con famiglie native nel territorio denominato Romero.

A suo tempo, Serbando Bayo (1874/1878) sanzionó nuove leggi che beneficiarono la colonizzazione e decretó la realizzazione del Censo Statistico della provincia, realizzato il 3 marzo 1879.

Nel 1884, il Presbitero Dr. Manuel M. Zavalla (1882/1886) esprimeva nel suo messaggio:
"La provincia di Santa Fe, posso dirvi con notevole soddisfazione, prima in quanto alla colonizzazione argentina é già l'orgoglio della Repubblica e l'ammirazione dei suoi cittadini e degli estranei".

Il governatore Juan M. Cafferata (1890/1893) dovette affrontare la crisi economica del ‘90, che colpi tutto il Paese. Nonostante ciò, in questo periodo vennero fondate, in meno di due anni, 34 nuove colonie le quali, insieme alle rimanenti, si dedicarono al lavoro intenso e alle infinite semine ottenute. Tuttavia, la necessitá fiscale motivó la sanzione della Legge delle imposte sulla produzione di cereali, di "0,10 centesimi ogni 100 chili di chicchi di grano o lino", tanto rifiutata dai coloni.

Durante il governo di Luciano Leiva (1894/1898), superata già la grande crisi, si trovavano in funzionamento numerevoli mulini per lavorare i chicchi e si distribuirono semi per le nuove semine.

Nel 1902, la Provincia rese ufficiale la legge 1142 per il fomento agricolo e del bestiame e la legge dell'aiuto, numero 1122.

Facendo eco alle già menzionate parole del Preambolo della Costituzione Nazionale e valorando tutto quello che fu indiscutibilmente appropriato e utile per i nostri antenati, i quali, lasciando il territorio che vide loro crescere e l'intorno familiare che li ospitava, si addentrarono in terreni sconosciuti e stabilirono la loro Patria in Argentina, offriamo il riconoscimento di queste normative, emanate per i nostri posteri e per tutti quelli che decidano abitare ed ingrandire il suolo argentino.